Incontro al ristorante Fini-Berlusconi

Venerdì 22 Gennaio 2010 07:32 Fernando Cannizzaro
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Vertice nel ristorante di un hotel per la definizione dei portacolori del Pdl

Fonte:corriere.it 21 gennaio 2010

Regionali, pranzo Berlusconi-Fini Il premier: «Tutto come doveva andare»

Nessun commento sulle candidature: «C'è chi farà annunci». Delega al Cavaliere per i rapporti con l'Udc

 

ROMA - Si sono visti a pranzo e il loro faccia a faccia è durato circa due ore e mezza. Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini si sono incontrati assieme ai coordinatori nazionali del partito, ai capigruppo e ai loro vice per fare il punto sullo stato dell'arte in vista delle prossime elezioni regionali. Nelle ultime ore si era andato delineando il quadro ed erano stati decisi alcuni nomi, tra cui quello del ministro Renato Brunetta per la corsa alla poltrona di sindaco di Venezia.

- «TUTTO POSITIVO» Al vertice era presente anche il sottosegretario Gianni Letta che però ha lasciato l'albergo romano, all'Hotel de Russie di via del Babuino, dove si è svolto l'incontro una mezz'ora prima senza rilasciare dichiarazioni. Berlusconi, interpellato al suo rientro a Palazzo Grazioli, si è limitato a dire che è stato «tutto positivo, tutto come doveva andare». E a chi gli chiedeva aggiornamenti sulle candidature ha risposto: «C'è chi farà gli annunci». Anche Fini è stato laconico: «Come è andato il pranzo? Veramente bene», si è limitato a dire ai cronisti.

I TEMI - Berlusconi e Fini hanno passato in rassegna le tre questioni attualmente di maggiore attualità: giustizia, regionali, accordi con l'Udc. Quanto al primo capitolo, certamente il premier non ha abbandonato l'idea di portare in porto il processo breve, ma non ha «pressato» Gianfranco Fini sulla tempistica del provvedimento alla Camera ed ha mostrato disponibilità ad eventuali modifiche, prendendo di fatto tempo. Il legittimo impedimento, opportunamente riveduto e corretto, potrebbe consentire al premier di affrontare la campagna elettorale per le regionali senza l'assillo dei processi che incombono.

IL NODO UDC - Nel corso del summit è stato poi deciso di affidare al Cavaliere una delega per stabilire i rapporti con l'Udc di Pier Ferdinando Casini, a cui viene rimproverata la «politica dei due forni» che porta i centristi ad allearsi, in occasione delle regionali di marzo, ora con il Pd ora con il Pdl. Dal vertice è emersa - ha detto Sandro Bondi, uno dei coordinatori del partito, dando lettura di un documento ufficiale redatto al termine dell'incontro (probabilmente si riferiva a questo Berlusconi quando parlava di qualcuno che avrebbe fatto annunci) - «la valutazione condivisa negativa» verso la politica delle alleanze a macchia di leopardo dell'Udc ed è stata «riconfermata la validità del bipolarismo, ragione di nascita del Pdl». In vista delle regionali - ha spiegato - il Pdl presenterà in ogni regione un proprio candidato con un programma, saranno quindi i dirigenti regionali che dovranno vedere se ci sono possibilità di fare alleanze su quel candidato. Quindi proporranno la cosa all'ufficio di presidenza e questo deciderà se convalidare. L'ultima parole spetterà comunque a Berlusconi. Ma di fatto si è deciso di evitare il rischio di sconfitte in regioni come Lazio, Puglia, Campania e Calabria, dove l'accordo con l'Udc potrebbe rivelarsi indispensabile per vincere.

«ELETTORI CONTRARI AI DUE FORNI» - «La riprovazione della politica dei due forni dell'Udc è ineccepibile - ha poi evidenziato -, così come la difesa di una politica che metta al centro la scelta degli elettori è connaturata alla prospettiva storica per cui è nato il Pdl. Per queste ragioni, sono certo che gli elettori premieranno ancora una volta una scelta chiara, trasparente, coerente come quella prospettata dal presidente Berlusconi».

NOSTRO COMMENTO: Mah! Davanti ad una tavola imbandita può accadere di tutto (finanche che si ritrovi la ragione ed il buon senso! ) Ci auguriamo che Fini riesca a far recedere il Cavaliere dal portare a termine la folle idea del processo breve, così come votato al Senato. Se verranno apportate modifiche sostanziali, magari sentendo anche l’ANM, si piangerebbe con un occhio. Intanto, portando avanti il legittimo impedimento il Cavaliere potrebbe essere meno frenetico. Tra i due mali è preferibile scegliere il minore. Quanto alla politica dei “due forni” di Casini non la abbiamo mai condivisa. Ci sembra equivoca. Non ha senso allearsi ora con la destra ora con la sinistra. L’elettore non ha certo dato mandato a Casini di fare l’equilibrista. Siamo convinti che con questa politica delle “gambe aperte” Casini non solo perderà di credibilità che, per il politico, è fondamentale, ma, perderà molti consensi. Peccato! Tutto sommato Noi riteniamo Casini un politico intelligente, a parte il fatto di essere stato un ex DC.

 

Last Updated ( Venerdì 22 Gennaio 2010 07:36 )  

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