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La blocca processi non c'è più. Al suo posto il lodo Alfano...

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DAL SOLE 24 ORE SI RIPORTA

12 Luglio 2008

Giustizia, il Pdl cambia la blocca-processi

di Donatella Stasio

Il Governo fa marcia indietro. La cosiddetta norma salva-premier, inserita al Senato nel decreto sicurezza, non c'è più. Al suo posto ce n'è un'altra - presentata ieri alla Camera in vista del voto di lunedì - dal volto e dagli effetti completamente diversi. Quella prevedeva la sospensione automatica di un anno di tutti i processi considerati "non prioritari", ovvero per reati commessi entro il 30 giugno 2002 e puniti con meno di 10 anni, compreso, quindi, il processo Mills, dove Silvio Berlusconi è imputato di corruzione in atti giudiziari;

questa, invece, attribuisce ai capi degli uffici giudiziari la facoltà di rinviare fino a un massimo di 18 mesi i processi per reati indultabili commessi entro il 2 maggio 2006 (se la pena eventualmente da infliggere rientra nei 3 anni del condono), nonché i processi per reati con una pena fino a 4 anni, tenendo conto della gravità e offensività del reato e sempre che il dibattimento non si sia già concluso, che l'imputato non sia contrario, che il rinvio non comprometta le prove e gli interessi delle persone offese.

In questa nuova norma - come in quella - è prevista la sospensione della prescrizione; ma, mentre la sospensione imponeva alle cancellerie adempimenti tali per cui lo stop sarebbe andato ben oltre l'anno previsto, il rinvio ha una durata temporale certa, perché viene fatto "a udienza fissa".


Non è lo stralcio che il Governo aveva a un certo punto ipotizzato per "conquistare" la benevolenza dell'opposizione, ma ci assomiglia molto. Tanto che lo stesso Giorgio Napolitano fa sapere di essere soddisfatto delle modifiche: sostanziali e non di facciata, anche se bisognerà comunque valutare con scrupolo le ricadute delle correzioni nel presieguo dell'iter legislativo.

La norma "salva-premier", del resto, era stata sommersa da un coro quasi unanime di critiche: l'avevano bocciata gli avvocati penalisti, i costituzionalisti, l'Associazione degli studiosi del processo penale.

E se l'Unione delle camere penali resta critica sulla troppa discrezionalità ai magistrati, l'Anm - che aveva denunciato il blocco di 100mila processi - ora parla di «netto miglioramento» (Palamara) perché l'emendamento dell'Esecutivo «non cambia molto rispetto a quello che già fanno i Tribunali» (Cascini).

Nicola Mancino, vicepresidente del Csm - accusato dal Pdl di interferire con il Parlamento - si toglie un sassolino dalla scarpa: «Il Csm aveva detto, nel parere espresso sulla norma, esattamente quanto poi è stato proposto in Parlamento - osserva -. Qualcuno dovrà pur ammettere di aver esagerato».

L'opposizione è d'accordo, ammette che l'emendamento «è un'altra cosa» ma Pd e Idv auspicano ancora «correzioni» e, al momento, non intendono ritirare i 1.100 emendamenti presentati.

Il che, fa sapere il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, porterà dritto al voto di fiducia.
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, fa rilevare l'importanza di aver «affidato al magistrato il compito di rendere al massimo l'efficacia della norma, perché sarà lui a decidere - spiega - sull'eventuale sospensione, per un anno e mezzo, dei processi ritenuti non urgenti».

«È estremamente positivo - insiste da Palermo Renato Schifani, presidente del Senato - che questa norma sia stata riscritta in modo da lasciare al magistrato la discrezionalità di sospendere o meno il processo». E si augura che ciò possa far «riprendere un percorso comune per le riforme». Per Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera, «la riformulazione ha veramente recepito le critiche dell'opposizione».
Dei due emendamenti - il primo riguarda le priorità, il secondo il rinvio - è su quest'ultimo che continuano ad esserci perplessità, sia pure di ordine tecnico. «Sarebbe opportuno precisare - osserva Cascini - che è il giudice che procede, e non il capo dell'ufficio, a decidere sul rinvio dei processi non prioritari, sentite le parti. Detto questo - conclude - l'emendamento è un passo avanti perché la norma introdotta al Senato era devastante».

LE NOVITÀ VOLUTE DAL GOVERNO

Salta la sospensione, slittamento fino a 18 mesi

Niente sospensione
Eliminato l'automatismo della sospensione di un anno dei procedimenti penali per reati commessi entro il giugno 2002. Ora la norma indica semplicemente i processi che dovranno avere una corsia preferenziale e stabilisce che i capi degli uffici giudiziari, nella formazione dei ruoli d'udienza, dovranno tenere conto di queste priorità: ogni ufficio dovrà stilare, alla luce della direttiva del governo, un elenco "proprio" del quale dovranno informare Csm e ministero della Giustizia

La precedenza
Passano in secondo piano tutti i processi che sono stati colpiti dall'indulto, che riguardano cioè reati commessi fino al 2 maggio 2006. Mentre dovranno essere celebrati subito i processi che prevedono il rito per direttissima, quelli con imputati detenuti e quelli che riguardano reati più gravi come mafia e terrorismo, incidenti sul lavoro, circolazione stradale, immigrazione clandestina. E quelli che hanno una pena superiore ai 4 anni

Rinvio e prescrizione
Il rinvio non potrà superare i 18 mesi e sospende i termini di prescrizione. Non potrà essere disposto se l'imputato si oppone e se è già stata chiusa la fase del dibattimento. Per i processi colpiti da indulto si potrà ricorrere al patteggiamento allargato

Ma Veltroni ribadisce il no: «Serviva solo al premier»

DAL SOLE 24 ORE SI RIPORTA:

Al Pd non basta e annuncia il voto contrario alla norma, sia pure depotenziata, del blocca processi. «Il nostro orientamento è quello di votare contro un provvedimento che ha ancora fortissime contraddizioni, ma al tempo stesso esprimiamo soddisfazione per aver smascherato il gioco Lodo Alfano-blocca processi e per aver fatto saltare una norma che avrebbe paralizzato la giustizia italiana». Da Prato, dove ha lanciato la petizione Salva l'Italia con la raccolta di fimre, il segretario del Pd chiarisce la posizione del suo partito. «A conferma di quanto dicevamo appena approvato il lodo Alfano l'emendamento blocca processi è stato cancellato e questo vuol dire che non era fatto per il Paese ma per una persona sola che è quella tutela dal Lodo Alfano».
Veltroni dice che nel merito il giudizio del Pd è lo stesso «di quello dell'Associazione nazionale magistrati» rivendica al suo partito di aver denunciato «che l'emendamento avrebbe bloccato 100mila processi per reati molto importanti e ora se ne sono resi conto, una volta appunto risolto il problema che domina queste prime settimane del governo di centrodestra».
Ma questo è merito del Pd che ha fatto la sua battaglia parlamentare – non in piazza – ottenendo il risultato di «un testo che è un netto miglioramento rispetto a prima» ma questo non basta «perché non è che votiamo quello che la maggioranza ci dice di votare. Daremo un giudizio complessivo sul decreto sicurezza nel quale rimane per esempio la parte dell'immigrazione clandestina e l'impronta digitale dei bambini rom, parti sulle quali noi non siamo d'accordo, noi come il Parlamento europeo».
Resta il rapporto teso con la maggioranza ben lontano da quel clima di dialogo auspicato. «Il problema che domina queste prime settimane del Governo della destra, è il problema del presidente del Consiglio», attacca Veltroni ricordando il sorpasso del lodo Alfano – che sospende i giudizi per le quattro più alte cariche istituzionali – e che è stato messo in corsia preferenziale solo per evitare il processo Mills a Silvio Berlusconi. «Vuol dire – dice Veltroni – che quella legge non era fatta per il Paese, ma per una persona che è quella tutelata dal lodo». Insomma, la priorità sono i guai del premier e non quelli del Paese a partire dai salari e dalla sicurezza visto che il lodo Alfano ha scavalcato nell'ordine dei lavori parlamentari tutti gli altri provvedimenti.
A spiegare la posizione del Pd anche il ministro ombra per la Giustizia, Lanfranco Tenaglia: «Anche se la blocca-processi è saltata – ed è una vittoria nostra – il Pd non voterà a favore degli emendamenti sulla priorità dei processi messi a punto dal Governo». Tenaglia ribadisce anche la contrarietà del suo partito al decreto sicurezza nel suo insieme e attacca il ministro della Giustizia per aver dimenticato gli impegni assunti con l'opposizione.
«Negli incontri avvenuti nelle sedi istituzionali tra i capigruppo parlamentari e il ministro Angelino Alfano, il titolare della giustizia aveva condiviso l'analisi del Pd sui problemi di inefficienza del sistema giudiziario dimostrando disponibilità a favorire l'esame parlamentare delle nostre proposte. Ma – conclude Tenaglia – alla verifica dei fatti questa disponibilità si è rivelata scritta sull'acqua».

Di Pietro: «Sul lodo la parola ai cittadini con un referendum»

DAL SOLE 24 ORE SI RIPORTA:

Sul lodo Alfano, o Schifani-bis, la parola spetta ai cittadini. Invoca un referendum il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro, che rilancia a Napoli l'idea del referendum. «Appena sarà promulgato - dice - la parola passerà ai cittadini. Noi riproporremo il referendum perché vogliano che i cittadini dicano se è giusto che chi ci governa non sia processato se è sospettato di aver corrotto testimoni in una aula di giustizia».

Il leader dell'Idv contesta «il merito e il metodo» del provvedimento. «Si tratta in sostanza di non far processare Berlusconi quando il processo è già arrivato alla fine - ha detto a Napoli - è assurdo che si fermi un processo che riguardi il presidente del Consiglio che era già iniziato prima che diventasse premier e che lo si faccia soltanto perché fa il presidente del Consiglio».
Poi aggiunge. «In un Paese normale l'interesse dei cittadini è avere un presidente del Consiglio innocente, non uno che non si può giudicare. Un reato come la corruzione in atti giudiziari è da considerare grave, anzi gravissimo - sottolinea Di Pietro - se, quindi, deve valere la regola per cui alcuni processi devono essere sospesi per fare i processi per i reati a più gravi allarmi sociali, è di allarme l'idea che ci possa essere un premier che corrompe i testi». (N.Co.)

COMMENTO DI FERNANDO: Abbiamo riportato alcuni articoli dal SOLE 24 ORE relativi al cambio della norma salva-Premier . Al suo posto c’è una nuova norma un po’ diversa i cui effetti della vecchia norma salva-premier ormai non servono più. Perché ? Perché il Parlamento ha approvato il Lodo Alfano che consente alle più Alte cariche dello Stato di non poter essere processate durante l’espletamento del loro mandato. Tanto vale quindi accontentare anche l’opposizione (PD) Non IdV (Attenzione!) ed i Magistrati. Così sono tutti contenti e gabbati. Ma che dico! Ritiro la frase! Contenti e felici. Complimenti Cavaliere! Sotto alcuni profili io sono uno dei suoi ammiratori! Non è facile avere le Sue doti e gestire un impero finanziario come il Suo senza essere oggetto di particolare attenzione della mafia ed incorrere in operazioni che potrebbero rasentare la legalità. L’importante, comunque, è saperle gestire. Come si dice: prima Caritas e poi Caritatis. In questo Lei non è secondo a nessuno. Ma ora che abbiamo momentaneamente sistemato la questione processi. Vogliamo volgere lo sguardo verso le pensioni e l’adeguamento delle stesse al reale costo delle vita. Le pensioni sono ferme all’epoca dei Faraoni. Dia qualche taglio all’IRPEF come ha promesso durante le elezioni e non faccia in modo che gli Italiani vadano a vivere nei Camper come ipotizza Grillo. Con un severo controllo all’evasione fiscale recupererebbe i soldi per una Finanziaria. Forza Italia! Avanti Cavaliere!

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